piccola città
Modena non è la mia città. Anche se ci vivo e lavoro ormai da molti anni.
Sono un nomade fisico e mentale e l’interesse costantemente puntato sull’altrove mi impedisce di fare mio un luogo, se non per il tempo che vi trascorro.
Lo sguardo no. È cosa diversa, che si nutre di empatia, quanto di distacco.
E il distacco consente di vedere cose, che magari altri non vedono.
Così è stato per questi scatti su Modena.
Un progetto normalmente coltivato nei ritagli di tempo del mio nomadismo, che, con le restrizioni dettate dalla pandemia, ha trovato un compimento naturale.
Camminare sempre negli stessi luoghi stanca, ma acuisce l’attenzione.
Non si tratta di una descrizione organica della città, quanto di un percorso visivo che si dipana dal cuore del centro storico per perdersi nelle vie della periferia, apparentemente così monotone ed uguali, ma in realtà cosi diverse e piene di piccole tracce di vita.
Un lavoro fatto soprattutto di dettagli che raccontano.
Scatti randagi, potrei chiamarli, realizzati per lo più con un telefono cellulare e post prodotti con le tonalità a volte accese, a volte spente, delle vecchie polaroid.
Una dimensione di leggerezza, che è diventata la cifra dell’intero lavoro.
Modena 3 gennaio 2022