maybe to dream
Questa serie fotografica parte da una riflessione sulle nostre vite e sulla realtà plastificata che il sistema ha costruito per ospitarle.
“Benvenuto nel deserto del reale”. È La frase con cui il comandante Morpheus accoglie Neo, il protagonista di Matrix, quando viene finalmente scollegato dal megacomputer che lo illudeva di vivere in un mondo inesistente.
Lo scollegamento fra la realtà vera e quella immaginata, costruita dal racconto quotidiano dei social e della comunicazione, è una costante del nostro tempo. Chi più, chi meno, trascorriamo le nostre vite ancorati a uno schermo. Di un cellulare, di un computer, o di una televisione. Viviamo in un sogno perenne, in cui episodicamente si affacciano gli elementi di realtà offerti dalla cronaca, prontamente distorti e riciclati dalla narrazione sociale e mediatica, in modo funzionale al sistema comunicativo dominante.
Il sogno mediatico è la costante del nostro tempo.
Il dubbio Amletico si capovolge: dormire, sognare forse, infine morire “per un dolore a caso” (1).
Sono immagini che possono in buona parte sembrare di alienazione e di solitudine, da cui spunta tuttavia, talvolta, il raggio di luce della realtà … un invito a non rinunciare mai a lottare, per non ritrovarsi a morire dormienti, senza aver mai realmente vissuto.
(1) Ivano Fossati – “Discanto”