"Vedere dove non c'è qualcosa, questo è il vero vedere; questo è l'eterno vedere" (D.T.Suzuki, Essays in Zen Buddhism)

Sono nato nel 1959 in una cittadina del nord Italia.
La mia passione per la fotografia è iniziata nel 2000, da autodidatta.
Per molti anni, il mio interesse è stato soprattutto verso la fotografia di viaggio e naturalistica.
In seguito, ho iniziato ad approfondire le tematiche del linguaggio fotografico, tramite la lettura di saggi e lo studio del lavoro dei più importanti fotografi italiani ed internazionali. Certamente fondamentale nella mia formazione è stata la lettura delle “Lezioni di fotografia” di Luigi Ghirri.
Negli anni, la mia ricerca ha abbandonato la rappresentazione iconografica più convenzionale di luoghi e persone e si è indirizzata sempre di più verso la percezione di quella che chiamerei realtà secondaria, o nascosta; soggetti, luoghi, od associazioni che sfuggono usualmente allo sguardo alienato da milioni di rappresentazioni visive stereotipate, ma che nondimeno, o forse maggiormente, testimoniano la complessità della realtà che ci circonda.
Il mio sguardo si è quindi orientato su una fotografia più intimista e sulla ricerca di un linguaggio fotografico più personale, che mi ha portato, in particolare, a una rilettura della fotografia di paesaggio e di viaggio secondo parametri di essenzialità ed astrazione.
Alcune mie immagini del deserto del Sahara, ora confluite nella serie “di roccia, di sabbia, di vento” e confluite nella mostra “Il grande silenzio”, sono state premiate ai concorsi di fotografia naturalistica Asferico 2000 e BioPhotoContest 2016 sui deserti e sono state finaliste al Traveller photographer of the year 2013, categoria monochrome.
Ho fornito le mie immagini per diversi anni ad importanti agenzie di Travel photography, quali FVGPhoto, SIME, AWL.
Nel 2022 ho cessato la mia precedente attività professionale ed ora mi dedico in modo più organico alla fotografia.
Non sono un fotografo prevalentemente progettuale; anche se mi sono impegnato in progetti specifici, la mia fotografia nasce più da una osservazione continua della realtà circostante e solo in seguito si sviluppano le idee che portano a raccogliere varie immagini in un progetto.
Mi reputo un mero artigiano della luce, guidato dalla convinzione che non dobbiamo mai smettere di guardare al mondo con gli occhi curiosi e stupefatti di un bambino, perché, come ci ricorda Amleto "Ci sono molte più cose in cielo ed in terra, Orazio, di quante ne conosca la tua filosofia".